Il lino è una pianta erbacea annuale molto diffusa e tra le più utilizzate a scopo medicinale. Il suo consumo come alimento funzionale era diffuso già tra gli antichi Egizi e i Fenici e attualmente è tornato in crescita grazie alla ricchezza dei suoi elementi nutritivi.
I frutti contengono piccoli semi di colore brunastro, ricchi di mucillagini (3-6%) che gli conferiscono un'azione lassativa (e come tutte le fibre stimolano la motilità intestinale), a patto che vengano assunti con un adeguato apporto di liquidi. Grazie alle loro proprietà emollienti e protettive, possono inoltre essere utilizzati sottoforma di infuso per calmare le infiammazioni interne (tubo digerente, vie urinarie) o esterne (pelle).
Della pianta si utilizzano i semi, maturi ed essiccati, che contengono circa il 30-45% di olio non volatile (principalmente acido linolenico, ma anche acido linoleico ed oleico), il 25% di proteine e una piccola percentuale di mucillagini (3-6%).
Numerosi sembrano essere gli effetti benefici sulla salute e nella prevenzione delle malattie cardiovascolari, il diabete, il cancro, l’osteoporosi e le malattie autoimmuni. I semi di lino possono essere usati anche per alleviare i sintomi della menopausa grazie agli effetti modulanti dei fitoestrogeni e delle sostanze antinfiammatorie presenti. Dati osservazionali suggeriscono associazioni tra consumo di lino e diminuzione del rischio di cancro primario al seno. Studi hanno anche messo in evidenza che l’assunzione di semi di lino riduce anomali aumenti di glicemia, migliorando la sensibilità all’insulina in individui in sovrappeso o persone obese con pre-diabete.
I semi di lino possono essere acquistati e consumati come tali, ma anche come ingrediente in molti alimenti quali prodotti da forno, paste, succhi, preparazioni di carne e yogurt.
È un errore quello di tritarli: vanno consumati interi o schiusi. Possono essere assunti dopo i pasti in quantità pari a un cucchiaio (circa 20 grammi).
Dai semi di lino può essere ricavato l'omonimo olio, costituito prevalentemente da trigliceridi di acidi grassi polinsaturi essenziali (ω3 e ω6 o vitamina F). L'apporto di questi nutrienti deve necessariamente provenire dall'alimentazione, dal momento che l'organismo non è in grado di produrli. Va detto inoltre, che l'utilizzo di olio di lino è particolarmente utile per riequilibrare il rapporto tra ω3 e ω6, che a causa dello stile alimentare moderno è troppo sbilanciato a favore di questi ultimi. A tal proposito è sicuramente migliore dell'olio di oliva e degli oli di semi tradizionali, ma meno efficace rispetto agli oli di pesce, perché povero di acido eicosapentaenoico (EPA) e acido docosaesaenoico (DHA).
Un adeguato apporto di acido alfa-linolenico, tramite il regolare consumo di olio di semi di lino, è comunque efficace nel proteggere l'organismo da malattie cardiovascolari, alcuni tipi di tumore e da alcune malattie infiammatorie-neurodegenerative. L'attività antiossidante è potenziata dall'ottimo contenuto in vitamina E (17,5 mg ogni 100 g). Buona anche la presenza di lecitina, un lipide necessario per il buon funzionamento del sistema nervoso e del nostro cervello. A quest'olio sono ascritte anche proprietà antiemorroidali, anticolitiche e regolatrici sulla funzione intestinale.
Attenzione alle controindicazioni: non devono essere assunti da soggetti allergici, in presenza di diverticoli, nei periodi pre-operatori e nelle sindromi occlusive e sub-occlusive intestinali.
È consigliabile inoltre chiedere al proprio medico se si stanno assumendo dei farmaci, in quanto potrebbero ridurne l’assorbimento e quindi l’azione farmacologica.
Dott. Luca Schinoppi
Biologo Nutrizionista
Iscrizione Ordine Nazionale dei Biologi n. AA_068440
Bibliografia:
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- Flower G, et al. — Flax and Breast Cancer: A systematic Review — Integr Cancer Ther. 2013 Sep 8;13(3):181-192
- Hutchins AM, et al. — Daily flaxseed consumption improves glycemic control in obese men and women with pre-diabetes: a randomized study — Nutr Res. 2013 May;33(5):367-75. doi: 10.1016/j.nutres.2013.02.012
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