Pene miti e possibilità di farla franca. Fuggire è piu conveniente di prestare soccorso.
È ormai appurato che la giustizia italiana abbia numerose carenze, ma dall'insufficienza di norme ad un incentivo, se pur inconsapevole, a beneficio dei killer stradali ce ne corre. A dimostrazione dell'inefficiente normativa vigente vi sono i dati dell'Asaps che mostrano come in questo anno da un lato sia calato significativamente il numero degli incidenti stradali ma dall'altro sia aumentato in modo considerevole quello degli automobilisti in fuga, i quali preferiscono scappare dopo aver provocato una disgrazia piuttosto che prestare soccorso alla vittima.
La ragione è semplice: hanno il 40% di possibilità di cavarsela. I motivi per fuggire sono molteplici: la paura di perdere la patente, la mancanza del permesso di soggiorno per gli immigrati e soprattutto la scopertura assicurativa che fra gli italiani sta prendendo sempre più piede. Inoltre chi scappa sa che il conto da pagare non è troppo salato visto che le pene previste vanno da 1 a 3 anni con la sospensione della patente fino a 5. Ma non prestare il dovuto soccorso, anche solo telefonando al 118, può essere fatale addirittura per chi poteva salvarsi.
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Immagine ASAPS |
Ogni anno nel nostro paese vengono uccise circa 5mila persone ed il fatto ancora più grave è che chi uccide talvolta non rischia nemmeno un giorno di carcere (neppure se guidava ubriaco o sotto l'effetto di sostanze stupefacenti) dato che la magistratura parte usualmente dalla pena minima e tra attenuanti e patteggiamenti si arriva quasi sempre a non far scontare all'imputato nessuna pena detentiva; ed ancora se l'arresto dell'automobilista viene effettuato dopo qualche giorno la commissione del crimine, qualsiasi rilevamento su alcool e sostanze stupefacenti risulta del tutto vano.
Secondo Carlo Alberto Romano, docente di criminolgia presso l'Università di Brescia, l'auto diventa un piccolo mondo di cui il guidatore si sente sovrano e padrone di fare quello che vuole: da qui nascono i comportamenti rischiosi alla guida. La soluzione sarebbe più prevenzione nelle scuole di guida, ovvero educare alla guida responsabile e mostrare le conseguenze degli incidenti.
Ma ciò non basta, assolutamente decisivo è l'inserimento di un nuovo reato: l'omicidio stradale. È stato approvato dal Senato a giugno e adesso deve essere convalidato alla Camera, il varo è previsto entro la fine del 2015.
Il ddl di questo reato prevede pene da 8 a 18 anni, l'obbligo di arresto in flagranza e il ritiro delle patente fino a 30 anni.
Sperando che venga presto approvato, ciascun cittadino, chiamando la polizia stradale per fornire indicazioni utili, può fare la sua parte per fermare i pirati come farebbe un vero marinaio.
Giovanni Geri
Fonti:
-Asaps (associazione sostenitori amici polizia stradale)
-il Giornale, intervista al prof. Carlo Alberto Romano docente di criminologia presso l'Università degli studi di Brescia
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